Feste fiorentine


26 Gennaio: la sfilata in onore di San Zanobi inizia alle ore 9,00 e si snoda fino a Piazza del Duomo per le vie del centro storico.
Zanobi sarebbe nato a Firenze verso la metà del IV secolo, fu battezzato, ebbe un'educazione cristiana impartitagli dall'allora vescovo Teodoro e si iscrisse al clero. Conobbe Ambrogio di passaggio a Firenze nel 394 e si sarebbe con lui trasferito a Roma
Tornato in Firenze divenne Vescovo per volontà dei suoi concittadini stessi ed iniziò un'instancabile opera di promozione e difesa del Cristianesimo nella città,

Fondò chiese (per esempio la basilica di San Lorenzo), promosse l'evangelizzazione e la vita liturgica, organizzò una vera e propria diocesi per Firenze e dintorni. La morte è incerta e viene collocata tra il 417 e il 429.
Fu sepolto nella basilica di San Lorenzo, che da allora rivestì il ruolo di cattedrale. Nel IX secolo i suoi resti vennero traslati (con vari dubbi di datazione dell'evento) in Santa Reparata, che assurse così al titolo di cattedrale.
Secondo una leggenda agiografica, durante il passaggio delle reliquie del santo, che venivano traslate dalla vecchia cattedrale di San Lorenzo a quella nuova di Santa Reparata , un olmo secco, in pieno inverno, al solo contatto accidentale con il sarcofago, sarebbe miracolosamente rinverdito facendo spuntare delle tenere foglioline.
È composta da un fusto in granito sormontato da un albero in ferro e una croce.
Le reliquie sono custodite in Santa Maria del Fiore, in un'urna capolavoro di oreficeria di Lorenzo Ghiberti. .







18 Febbraio in memoria di Maria Luisa dei Medici (detta l'Elettrice Palatina e ultima Granduchessa di casa Medici), il corteo inizia alle ore 10,30 e si snoda per le vie del centro fino alla Basilica di San Lorenzo,dove viene reso omaggio alla Granduchessa presso la sua statua situata all'esterno della Basilica e alla sua tomba nelle Cappelle Medicee.
Anna Maria Luisa de' Medici, principessa elettrice del Palatinato (Firenze, 11 luglio 1667 – Firenze, 18 febbraio 1743), fu l'ultima rappresentante della casata fiorentina dei Medici.
Unica figlia del Granduca Cosimo III e dalla Principessa Margherita Luisa d'Orléans, divenne la seconda moglie nel 1690 di Giovanni Carlo Guglielmo I, Principe Elettore del Palatinato. La sua famiglia d'origine era sull'orlo dell'estinzione e Cosimo III passò gli ultimi anni della sua vita a cercare di farla riconoscere dagli altri stati europei come propria erede, invano. A seguito della morte del marito Anna Maria Luisa, che non aveva avuto figli, ritornò a Firenze, dove visse fino alla morte nel 1743: con lei si estinse la linea primogenita di Casa Medici.
Per testamento,con il "Patto di Famiglia", lasciò la grandissima collezione artistica che apparteneva ai Medici, e che ella ereditò alla morte ( 1737 ) dal fratello Gian Gastone, allo stato toscano, a condizione che nessuna parte di esso venisse alienata o levare fuori della Capitale e dello Stato del GranDucato ... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri
INIZIATIVE. Per l’intera giornata l'ingresso ai musei comunali sarà gratuito. I fiorentini potranno anche partecipare a visitate guidate gratuite nelle Cappelle Medicee, nella Sacrestia Nuova, nella Cappella dei Principi e nella Basilica di San Lorenzo.

VISITE. Grazie alla collaborazione con il Museo dei Ragazzi di Firenze, i visitatori avranno la possibilità di “incontrare Anna Maria Luisa”per comprendere meglio i tratti del personaggio e del contesto storico. Le visite guidate, a cura dell’Associazione Centro Guide Turismo, sono su prenotazione (telefono 055/2616056 – 055/2616056) e si svolgeranno alle ore 9.30, 10, 10.30, 11.30, 12, 12.30.






25 Marzo Capodanno fiorentino
Per la Chiesa il 25 Marzo ricorre l’Annunciazione di Maria .

Poichè Firenze era fortemente legata al culto mariano,a partire dal Medioevo, il 25 Marzo fu considerato come inizio del calendario civile.

Quando nel 1582 entrò in vigore il calendario gregoriano,in base al quale l’inizio dell’anno viene festeggiato il giorno 1 Gennaio,Firenze volle mantenere la data del 25 Marzo.
Solo nel 1750 il granduca Francesco II Lorena fissò anche per Firenze l’inizio dell’anno il giorno 1 Gennaio .

La festa del Capodanno che coinvolgeva tutti gli aspetti non solo religiosi, ma anche civili della città, aveva il suo fulcro nella basilica della Santissima Annunziata, dove i fiorentini e le genti del contado si recavano in pellegrinaggio per venerare l’immagine dell’Annunciazione il cui volto, secondo una leggenda, si dice fosse stato dipinto dagli Angeli

Per questa giornata l’ufficio tradizioni popolari fiorentine, organizza delle visite guidate a cura dell’Associazione Centro Guide Turismo. Il primo itinerario prevede Loggia dei Lanzi, Orsanmichele, piazza della Repubblica, Santa Maria Novella, Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Il punto di ritrovo e di formazione dei gruppi (ore 9.30 e 15.30) è fissato alla Loggia dei Lanzi lato Ratto delle Sabine, in piazza della Signoria. Il secondo Loggia dei Lanzi, via dei Cerchi-antica unità di “Misura Fiorentina”, Cattedrale Santa Maria del Fiore visione dello “gnomone” e dell’antico orologio nella controfacciata, piazza SS. Annunziata, con ritrovo e formazione dei gruppi (ore 9 e 15) alla Loggia dei Lanzi lato Ratto delle Sabine, in piazza della Signoria.

Il programma della giornata prevede anche il Corteo della Repubblica Fiorentina accompagnato dal presidente del Calcio Storico Fiorentino che parte dalla piazzetta di Parte Guelfa e attraverso via Porta Rossa, via Calimala, piazza della Repubblica, via degli Speziali, via Calzaiuoli, piazza del Duomo, via dei Servi, raggiunge piazza SS. Annunziata dove il Corteo rende omaggio alla Cappella della Sacra effige dell’Annunziata.

Alle 17 rientro da piazza SS. Annunziata, via dei Servi, piazza del Duomo, via Calzaiuoli, piazza della Signoria, via Vacchereccia, via Por Santa Maria, piazza de Mercato Nuovo, via Porta Rossa, fino a raggiungere nuovamente la piazzetta di Parte Guelfa.

25 Marzo New Year in Florence

New Year's in March? That's right. Up until 1582, Europe rang in the New Year on March 25, the Feast Day of the Annunciation. According to Christian tradition, the Annunciation commemorates the moment that the Archangel Gabriel came to the Virgin Mary to announce the birth of Jesus on March 25, exactly nine months before Christmas. In Florence, the feast coincided nicely with the arrival of spring, to which a local proverb was dedicated: ‘Per l'Annunciazione la rondine è arrivata; e se un'né arrivata, l'è per strada o è ammalata!' (‘The swallow arrives for the Annunciation; and if he hasn't yet arrived, he's either on the way or he's sick!'). When, in 1582, Pope Gregory XIII changed the date of the New Year to January 1, the majority of European countries and Italian city-states adopted the calendar that we still use today. The Florentines, however, were so attached to ‘their' New Year that they waited until January 1, 1750 to adopt the Gregorian calendar.

Why was the Annunciation such a special holiday in Florence? For starters, the Madonna is the protector of the city (not to be confused with Saint John the Baptist who is the city's patron saint), so her feast days were held in special regard. Additionally, the Annunciation was an exciting civil, religious and springtime festival that brought huge crowds from the city and the surrounding countryside into Florence. Everyone from nobles to lawmakers, shopkeepers, priests and farmers would gather in Piazza Santissima Annunziata to pay homage to the miraculous image of the Madonna housed in basilica dedicated to the Most Holy Annunciation (Santissima Annuziata). Built in 1250 by friars from the order of the Servi di Maria, the structure was continuously enlarged and beautified throughout the centuries.

During the Feast of the Annunciation, hundreds of pilgrims would spill out of the basilica and onto the portico of the adjacent Spedale degli Innocenti and Confraternita dei Servi di Maria, which flanked the church and together created three sides of one Florence's most beautiful piazzas. March 25 was a citywide holiday and locals would gather along the city streets to watch the clergy and magistrates walk in solemn procession to the basilica, where they would make offerings to the Virgin Mary in return for her protection and for favors granted.

The city recognized the need to provide food, drinks and other necessities to the vast number of pilgrims who flooded the area on the holy day. In addition to stands boasting traditional straw baskets filled with usual fair goods, candles, flowers and votives were also sold. The atmosphere was so spring-like and festive-and one can't help but think good for local business as well-it's no wonder Florentines opted to continue celebrating New Year's Day on March 25 until the late eighteenth century.

A mere 250 years later, in 2000, the Capodanno Fiorentino was reinserted into the calendar of traditional Florentine events. The city now celebrates the Florentine New Year on the Sunday following March 25 with a historic procession from the Palagio di Parte Guelfa to the Basilica of Santissima Annunziata. The day continues with a mass, live music, exhibits and a lively market in the piazza.








Domenica di Pasqua
Lo Scoppio del Carro
Easter
The Explosion of the Cart




Be sure not to miss this traditional exuberant Florentine Easter celebration. An ornate cart carrying a lit candle is pulled through the city by two white oxen, leaving from Porta al Prato and ending at Piazza del Duomo. The Archbishop blesses the flame and then the colombina (the fuse, in the shape of a dove) is lit and a magnificent pyrotechnic display lights up the piazza. Tradition has it that the explosion of the cart guarantees a whole year of good luck for the city!

Holy Week, which begins on Palm Sunday and ends the following week on Easter, is celebrated throughout Italy. After the 40 days of fasting and abstinence of Lent, the Florentines treat Easter unlike any other holiday. In Florence the tradition of the Scoppio del Carro is the big hit—literally.

Scoppio del Carro, or ‘the explosion of the cart’, is a ritual that dates back to the First Crusade. The Crusaders took Jerusalem on July 15, 1099 and, according to local tradition, Florentine Pazzino di Ranieri de’Pazzi was the first to raise the Christian banner above the holy city. Pazzino was justly rewarded for his flag-waving: Godfrey IV de Buillon bestowed upon him three chips of stone from the Holy Sepulcher of Christ. Carefully stored until they were brought to Florence in 1101, these chips were put in safe-keeping by the Pazzi family and used during Easter to kindle the first spark of a fire symbolizing new life.

As part of the Easter festivities, a cart was used to distribute the holy fire fueled by Pazzino’s chips. The fire was blessed, carried to the church and then distributed throughout the town. Traditionally, all fires were extinguished on Good Friday, in honor of the suffering Christ, and then re-lit on Easter Sunday to symbolize his resurrection. Today, this death and re-birth is remembered in a different way. The church bells ‘die’ on Good Friday and and remain silent until their chimes are released at midnight on Holy Saturday.

Over the years, the traditional cart has developed into a highly decorated emblem of splendor. In 1494, gunpowder was first added to the cart and set off twice: once in front of the Baptistery, and then again on the corner where the houses of the Pazzi family stood. When Leo X became pope, another essential element was added to the fanfare: the colombina, a rocket shaped like a dove grasping an olive branch, which symbolizes the Holy Spirit and peace. According to popular legend, if the spark caught and the Scoppio del Carro went smoothly, the Florentines could safely expect a good year, both in their harvests and their personal lives. (Of course, now that the Scoppio del Carro attracts as many tourists as locals, the cart and colombina never really fail).remain silent until their chimes are released at midnight on Holy Saturday

White oxen adorned with flowers pull the cart from S.S. Apostoli to the cathedral of Santa Maria del Fiore. The scoppio is set off right after mass on Easter Sunday. (Until 1957, the scoppio always took place on Easter Saturday).

After the ceremony, the Easter feast, centered on eggs and lamb, officially begins. The eggs symbolize life, renewal, and fertility, while the lamb represents new birth and the shepherd. The colomba pasquale is another Easter tradition in Italy. It’s a panettone-like cake with candied orange peel; this dove-shaped treat is topped with sugared and sliced almonds.




And let’s not forget the chocolate eggs. Not to be confused with run-of-the-mill Cadburys, the uova di Pasqua of Italy are unique. The secret is in the sorpresa: from car keys to silver frames, plastic cars to engagement rings, tinker toys to elegant watches. But the importance of Italian Easter eggs does not stop with their tiny trophies. Ranging from 1/3 oz. to 18 pounds, the uova di Pasqua are an essential element of Italian Easter tradition. In fact, in many areas of Italy, each member of the family brings boiled or chocolate eggs to mass on Easter Sunday, to be blessed and eaten before the start of the Easter lunch.
A traditional saying, Natale con i suoi, Pasqua con chi vuoi reminds the Italians that Christmas is to be spent with family, but Easter is with your own choice of friends. This saying especially refers to Pasquetta, the Monday after Easter, an official holiday in Italy. Pasquetta is a time for friends, family and la gita di Pasquetta, or Easter Monday outing. Generally, people take a trip to the countryside to lounge about and enjoy the company of others, eating leftovers from Sunday’s feast.
Because of its proximity, most Florentines adventure somewhere on the coast: La Maremma, Il Chianti, and Versilia sul Mare (Massa, Viareggio, and Carrarra) are popular destinations. Because of the splendor and fun of the scoppio, many locals go to the mountains until Sunday morning and come back to Florence for the explosion. After it is over, they head right back to the mountains to return to their own Easter festivities.
So come this Easter, be careful to check those chocolate Easter eggs for something more than sugar and foil: the beauty and splendor of La Pasqua emanates from their very sugary existence.


















    15 maggio :alle ore 15,30 in Piazza Santa Croce a Firenze,si svolge il Trofeo Marzocco,gara di abilità tra gruppi di sbandieratori provenienti da varie parti d'Italia





     23 maggio si svolge la tradizionale Fiorita in ricordo del martirio di fra Girolamo Savonarola ed dei suoi due confratelli impiccati ed arsi sul rogo il 23 maggio 1498 in Piazza Signoria.
    Una rappresentanza del Corteo del Calcio in Costume ,si  muove da Piazza di Parte Guelfa e tra due ali di pubblico sfila fino Piazza Signoria,dove si  schiera davanti la lapide che ricorda il martirio A seguire esce da Palazzo Vecchio,il Gonfalone di Firenze scortato dalla Famiglia di Palazzo e dal Sindaco,seguito da una rappresentanza di Frati Domenicani e dal coro del convento di San Marco che hanno precedentemente officiato una messa in suffragio nella Cappella dei Priori Dopo l'omaggio floreale da parte del Sindaco , il corteo si muove verso il Ponte Vecchio,dove petali di fiori sono gettati in Arno per ricordare la dispersione delle ceneri dei tre frati.


    Girolamo nacque a Ferrara il 21 settembre 1452, terzogenito di un ricco mercante .
    Dopo la morte del nonno, il padre Niccolò, desiderando avviarlo alla professione medica, gli fece studiare le arti liberali ciò nonostante,decise d'entrare in convento .
    Sulla sua vocazione probabilmente influì la percezione di una forte decadenza dei costumi. Nel 1482, venne nominato lettore nel convento fiorentino di San Marco.dove rimase due anni senza tuttavia ,alcun successo.
    Dal 1º agosto 1490 riprese in San Marco le  predicazioni - sul tema dell'Apocalisse e poi anche sulla Prima lettera di Giovanni: formulò la necessità immediata del rinnovamento e della flagellazione della Chiesa e non temette di accusare governanti e prelati - "niente di buono è nella Chiesa... dalla pianta del piede fino alla sommità non è sanità in quella" - ma anche filosofi e letterati, viventi ed antichi: ebbe subito il favore dei semplici, dei poveri, degli scontenti e degli oppositori della famiglia de' Medici, tanto da essere chiamato dai suoi contraddittori il predicatore dei disperati. Lorenzo il Magnifico lo fece ammonire più volte a non tenere simili prediche,anzi il frate , rispose di non curarsene, predicendo la prossima morte del Magnifico: In luglio, Girolamo venne eletto priore del convento di San Marco. Naturalmente, contrariamente alla consuetudine dei precedenti priori, non rese omaggio a Lorenzo e non si fece ammansire dai suoi doni e dalle cospicue elemosine; .
    La notte del 5 aprile 1492 un fulmine danneggiò la lanterna del Duomo e molti fiorentini interpretano l'accaduto come un cattivo augurio; tre giorni dopo Lorenzo de' Medici morì nella sua villa di Careggi, confortato dalla richiesta benedizione del Savonarola, come attestò il Poliziano.
    Il prestigio del Savonarola aumentò anche grazie alla venuta di Carlo VIII e alla cacciata di Piero de Medici, In seguito alla  fondazione della Repubblica Fiorentina, riuscì a diventare arbitro della vita fiorentina appoggiando Pierantonio Soderini, eminente personaggio politico in una riforma della costituzione della Repubblica per cui la città fu sottoposta ad un regime "Demo-teocratico"(1494).
    Superate le prima difficoltà, anche se preso dall’attività politica, il Savonarola non si distolse dal predicare, varcando però i limiti di ciò che era "lecito" ad un religioso e si scontrò così con Papa Alessandro VI, a cui rimproverava i corrotti costumi. Egli, inizialmente, gli proibì di continuare la sua attività predicativa ma poichè Girolamo osò disubbidire all’ordine papale,due anni dopo circa, sopraggiunse la scomunica e l’appellativo di "eretico".
    La Repubblica fiorentina in un primo momento lo sostenne, ma poi, per timore dell'interdizione papale e per la diminuzione del prestigio del frate, gli tolse l'appoggio.
    Il risorto partito dei Medici  nel 1498 lo fece arrestare e processare per eresia. Il processo fu palesemente manipolato: Savonarola subì numerose torture . Alla fine venne condannato ad essere bruciato in piazza della Signoria con due suoi confratelli. All’alba del 23 maggio 1498, alla vigilia dell'Ascensione, i tre religiosi dopo aver ascoltato la messa nella Cappella dei Priori nel Palazzo della Signoria, furono condotti sull’arengario del palazzo stesso dove subirono la degradazione da parte del Tribunale del Vescovo. Dopo la degradazione i tre frati furono avviati verso il patibolo, innalzato nei pressi della Fontana del Nettuno in seguito compiuta dal Giambologna, e collegato all'arengario del palazzo da una passerella alta quasi due metri da terra. La forca, alta cinque metri, si ergeva su una catasta di legna e scope cosparse di polvere da sparo per bombarde. Fra le urla della folla fu appiccato il fuoco a quella catasta che in breve fiammeggiò violentemente, bruciando i corpi oramai senza vita degli impiccati. Le ceneri dei tre frati, del palco e d’ogni cosa arsa furono portate via con delle carrette e gettate in Arno dal Ponte Vecchio, La mattina dopo il luogo dove avvenne l'esecuzione apparve tutto coperto di fiori, di foglie di palma e di petali di rose. Nottetempo, mani pietose avevano così voluto rendere omaggio alla memoria dell’ascetico predicatore, iniziando la tradizione che dura tuttora. Il punto esatto nel quale avvenne il martirio e oggi avviene la Fiorita era indicato da un tassello di marmo, già esistente, dove veniva collocato il "Saracino" quando si correva la giostra. Questo lo si deduce da "Firenze illustrata" di Del Migliore, il quale così scrive: "alcuni cittadini mandavano a fiorire ben di notte, in su l'ora addormentata, quel luogo per l'appunto dove fu piantato lo stile; che v'è per segno un tassello di marmo poco lontano dalla fonte". Al posto dell'antico tassello per il gioco del Saracino, v'è attualmente la lapide circolare che ricorda il punto preciso dove fu impiccato e arso "frate Hieronimo". La lapide, in granito rosso, porta un'iscrizione in caratteri bronzei.


    24 Giugno : San Giovanni




    La storia: dal Dio Marte a San Giovanni Battista.

    La scelta di San Giovanni Battista come patrono della città di Firenze avvenne solo dopo la completa conversione della città al Cristianesimo. Inizialmente infatti il patrono protettore della città era il dio Marte, la cui statua era stata posta all'inizio del Ponte Vecchio, dove vi rimase fino al 1333, data della piena dell'Arno che la distrusse.
    Fu però solo nel periodo di dominazione longobarda (dal VI a l'VIII secolo) che San Giovanni Battista venne riconosciuto come patrono di Firenze. San Giovanni Battista era già stato scelto come patrono del popolo longobardo. Ed è in questo periodo infatti che si colloca la ricostruzione del Battistero di San Giovanni di Firenze (datata VI-VII secolo), di cui si narra essere stato costruito proprio sulle macerie del tempio di Marte.
    La scelta di San Giovanni fu quindi dovuta in primis alla chiarezza e alla brevità dei suoi insegnamenti, ma anche alla sua personalità coraggiosa e battagliera.
    I primi festeggiamenti per il 24 giugno in onore di San Giovanni Battista, si ebbero nel XIII secolo.
    È anche grazie a questi festeggiamenti che il Battistero di San Giovanni e la Piazza del Duomo diventarono nel tempo centro nevralgico per la vita religiosa e politica della città di Firenze. È infatti proprio davanti al Battistero che il 24 giugno si concludono i festeggiamenti. La storia e la tradizione narra anche dell'antica usanza che obbligava i nobili fiorentini a donare dei grossi ceri riccamente ornati da bruciare davanti al Battistero. In origine i festeggiamenti si concludevano con un enorme cero che da Piazza della Signoria veniva trasportato su un carro davanti al Battistero. Quello stesso carro, chiamato anche il Carro di San Giovanni, nel corso degli anni darà origine alla festa dello scoppio del carro, dedicata successivamente però solo al periodo delle cerimonie pasquali, e non più al festeggiamento del patrono di Firenze.









    26 Luglio
    Festa di Sant’Anna




    Rappresentazione di Sant'Anna protettrice della libertà di Firenze nella vela della volta sopra l'altare di Sant'Anna nella Chiesa di Orsanmichele. Affresco della fine del Trecento di Mariotto di Nardo fine XIV secolo. Firenze, nelle mani della Santa, è rappresentata dalle mura con le porte e dai monumenti simbolo: il Battistero di San Giovanni, i campanili e le torri.


    ore 20.30 una rappresentanza del Corteo della Repubblica Fiorentina parte dal Palagio di Parte Guelfa che, per via Porta Rossa e via Vacchereccia, si dirige verso Piazza della Signoria.
    ore 21.00 circa dall’Arengario di Palazzo Vecchio con le Autorità, il Corteo procede lungo via Calzaiuoli.
    ore 21.30 circa il Corteo giunge sul Sagrato di Santa Maria del Fiore – le Autorità religiose, si uniscono al Corteo che, per via Roma raggiunge la Chiesa di Orsanmichele.
    ore 22.00  benedizione e  consegna cero.

    26 luglio 1343, Firenze caccia il Duca di Atene, Gualtieri di Brienne, dopo un lungo anno di tirannia.

    Il giorno della rivolta popolare e del recupero della libertà della repubblica fiorentina , allora governata dalle potenti corporazioni delle arti e dei mestieri, coincise con il giorno dedicato a Sant' Anna.
    Alla intercessione della Santa per la riuscita della resurrezione dei fiorentini venne attribuito un grande valore.
    La ricorrenza di Sant' Anna, cioè il giorno dedicato fino ad allora alla nonna di Gesù e madre di Maria, divenne una solennità religiosa e civile.
    Tributi e omaggi pubblici alla Santa protettrice della libertà della città di Firenze, avvenivano da parte di tutte le Arti in Orsanmichele.
    vanna innocenti

    8 Ottobre Festa di Santa Reparata



    Una rappresentanza del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina si muova dal Palagio di Parte Guelfa e si dirige verso Palazzo Vecchio con le Autorità Comunali e il Gonfalone di Firenze si successivamente  in Duomo dove viene celebrata la messa.Alla fine della celebrazione il corteo è tornato nel Palagio di Parte Guelfa.
    Secondo la Passio, sarebbe stata una fanciulla di nobile stirpe: durante le persecuzioni dell'imperatore romano Decio (tra il 249 e il 251), essendosi rifiutata di sacrificare agli dei, all’età di 12 anni sarebbe stata sottoposta a varie torture e poi decapitata.

    Il suo culto ebbe rapida diffusione in Europa durante il Medioevo. È stata e lei dedicata l'antica cattedrale di Santa Reparata in Firenze (sul cui sito sorge l'attuale Santa Maria del Fiore): secondo la leggenda, l'edificio fu dedicato alla santa dal vescovo Zenobio quando i fiorentini, dopo averne invocato l'intercessione, riuscirono a respingere l'assedio degli Ostrogoti di Radagaiso dell'8 ottobre del 406, giorno in cui la Chiesa ricorda la santa In realtà l'assedio si tenne il 23 agosto dello stesso anno: più probabilmente, il culto della santa fu introdotto nella città toscana grazie agli scambi commerciali con gli altri paesi del Mediterraneo).