sabato 9 aprile 2011

Eventi Correlati

Eventi Correlati

Settimana della cultura

Settimana della Cultura
L’Italia è un Paese dallo straordinario patrimonio artistico e culturale. Si tratta di un tesoro dall’inestimabile valore che abbiamo avuto il privilegio di ricevere in eredità dai nostri antenati nel corso dei secoli. Questa fortuna risulta ancora maggiore potendone godere gratuitamente per nove giorni, dal 9 al 17 aprile prossimi. E’ quello che succede durante la Settimana della Cultura, giunta alla XIII edizione, che ogni anno apre gratuitamente le porte di musei, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali, per una grande festa diffusa su tutto il territorio nazionale.

In tutta Italia, oltre 2.500 appuntamenti tra mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti renderanno ancora più speciale l’esperienza di tutti i visitatori italiani e stranieri.
Inoltre grazie al progetto “Benvenuti al Museo” che vede la collaborazione con il Centro per i servizi educativi del museo e del territorio del MiBAC circa 750 studenti di istituti tecnici e professionali per il turismo, licei linguistici e istituti alberghieri saranno coinvolti presso alcuni dei principali musei statali italiani per attività di accoglienza al Museo per i visitatori italiani e stranieri, distribuzione di materiali informativi, assistenza alle attività educative.


Luoghi della cultura aperti gratuitamente


Firenze - Galleria Palatina e Appartamenti Reali

Firenze - Galleria d’Arte Moderna

Firenze - Museo degli Argenti

Firenze - Museo delle Porcellane

Firenze - Giardino di Boboli

Firenze - Galleria del Costume

Firenze - Museo Nazionale del Bargello

Firenze - Galleria degli Uffizi

Firenze - Galleria dell’Accademia e Dipartimento degli Strumenti Musicali (Collezione del Conservatorio Luigi Cherubini)

Firenze - Museo delle Cappelle Medicee

Firenze - Museo di San Marco

Firenze - Museo della Casa fiorentina antica (Palazzo Davanzati)

Firenze - Chiesa e Museo di Orsanmichele

Firenze - Museo di Casa Martelli (su prenotazione)

Firenze - Cenacolo del Fuligno (Perugino)

Firenze - Cenacolo di S. Apollonia (A. del Castagno)

Firenze - Cenacolo di Andrea del Sarto a San Salvi

Firenze - Cenacolo di Ognissanti (D. Ghirlandaio)

Firenze - Chiostro dello Scalzo (A. del Sarto)

Firenze - Giardino della Villa Medicea di Castello

Firenze - Villa Medicea della Petraia

Firenze - Giardino di Villa Il Ventaglio

Firenze - Villa Carducci Pandolfini (su prenotazione)

Firenze - Museo dell’Opificio delle Pietre Dure

Firenze - Museo Archeologico Nazionale

The Florentine

domenica 3 aprile 2011

Casale Fontibucci s'è rifatto il look!


ha una nuova " veste " in linea con le ultime tendenze grazie ad Oriana e Nicola di Oelleweb che mi hanno conquistata con la nuova grafica che coglie al meglio le caratteristiche del paesaggio toscano.

venerdì 1 aprile 2011

Dov'è sepolta Beatrice?

Il luogo di sepoltura di Beatrice viene tradizionalmente indicato nella chiesa di Santa Margherita de' Cerchi, vicina alle abitazioni degli Alighieri e dei Portinari, dove si troverebbero i sepolcri di Folco e della sua famiglia

Ma questa ipotesi, sebbene segnalata da una lapide moderna che colloca la data di morte di Beatrice al 1291, è incoerente perché Beatrice morì maritata e quindi la sua sepoltura avrebbe dovuto avere luogo nella tomba della famiglia del marito. Infatti Savini indica come possibile luogo il sepolcro dei Bardi situato nella basilica di Santa Croce, sempre a Firenze, tutt'oggi segnalato nel chiostro da una lapide con lo stemma familiare, vicino alla Cappella dei Pazzi.


Beatrice "Bice" di Folco Portinari[1] (1266–1290) (pronounced [be.aˈtriːtʃe]) was a Florentine woman known as the muse of the poet Dante Alighieri. A Beatrice was the principal inspiration for Dante's Vita Nuova, and also appears as his guide in the Divine Comedy (La Divina Commedia) in the last book, Paradiso, and in the last four canti of Purgatorio. There she takes over as guide from the Latin poet Virgil because, as a pagan, Virgil cannot enter Paradise and because, being the incarnation of beatific love, as her name implies, it is Beatrice who leads into the Beatific vision.

Scholars have long debated the identity of the historical Beatrice. She was apparently the daughter of the banker Folco Portinari, and was married to another banker, Simone dei Bardi. Dante claims to have met her only twice, each time separated by nine years but was so affected by the meetings that he carried his love for her throughout his life.




The tomb of Beatrice, the woman loved by Dante, is traditionally shown in the church of Santa Margherita de 'Cerchi ( Firenze ), close to the houses of the Alighieri and Portinari


lunedì 28 marzo 2011

Melocotogno e cotognata: alberi e tradizioni che rischiano di scomparire



Ricetta per fare la cotognata

Mele cotogne
zucchero, metà del peso delle mele
succo di limone, almeno uno ogni 10 mele

Se le mele non sono integre, o sono danneggiate da ammaccature e bruchi, elimina le parti rovinate e tagliale in pezzi di dimensioni uniformi.Non occorre togliere buccia e torsolo .
Fai bollire le mele con il succo di limone, e un bicchiere d' acqua, fino a che la buccia non si screpola e la polpa diventa morbida. Il limone serve a non far annerire la polpa, ed è meglio metterne di più che di meno.
Una volta cotte, passale al passaverdura per eliminare buccia e torsolo
Pesa tanto zucchero quanto è la metà del peso delle cotogne, metti il passato di mele in una pentola, aggiungi lo zucchero e porta ad ebollizione, lasciando cuocere fino a quando la cotognata si addensa.

Versa la cotognata ancora calda nelle forme, dandole uno spessore di 1-2 cm e lascia raffreddare al sole per circa una settimana, poi toglila dalle forme e fai asciugare completamente ancora per 24 ore.

Per dare la forma alla cotognata possono essere usati stampi da budino, lisci o scannellati, piccoli stampini da tartellette o formine di vario tipo, purché non di alluminio. La cotognata può anche essere semplicemente tagliata in cubi e passata nello zucchero. Una volta asciutta si conserva in scatole di metallo o barattoli a chiusura ermetica.

Avvolta in carta velina o cellophane e chiusa in scatole colorate è un ottima idea per un regalo originale e personalizzato.







Capodanno fiorentino

 
 
Da antichissimo tempo la Chiesa cattolica festeggia l’annuncio dell’Incarnazione del Verbo dato a Maria Vergine da parte dell’Arcangelo Gabriele.

Dal VII secolo tale ricorrenza viene fissata alla data del 25 marzo, esattamente nove mesi prima del Natale, giorno della nascita di Gesù Cristo.
Legandolo a questo importante avvenimento, fino al 1750 Firenze iniziava l’anno civile non come adesso il primo di gennaio bensì proprio per la festività di Maria Santissima; infatti l’anno fiorentino aveva principio "ab Incarnatione", cioè dal momento dell’annuncio della maternità dato alla Vergine dall’Arcangelo.
Quindi il 25 marzo, che coincide anche con l’arrivo della primavera, all’ombra del cupolone del Brunelleschi e in tutte le terre soggette al dominio della città, si festeggiava il capodanno, differendo nel computo dell’anno di due mesi e venticinque giorni, anche quando in numerosi territori d’Italia sin dal 1582 era in vigore il calendario gregoriano in base al quale l’anno iniziava il i gennaio.
"L’Annunziata" era dunque per i fiorentini una festa civile, religiosa e primaverile e a tal proposito un vecchio proverbio, sempre attuale, così recitava:
"Per l’Annunciazione la rondine è arrivata; e se un’ n’è arrivata, l’è per la strada o l’è ammalata". Ed è appunto in questo periodo d’inizio della primavera che ogni anno le garrule, agili rondini, dopo aver svernato in Africa, ritornano in Europa ai vecchi nidi o a costruirne nuovi, tutti eguali a forma di scodella, fatti di fango, piume ed erba, attaccati sotto i tetti e sui cornicioni delle case.
A Firenze una gran folla, sia cittadina che del contado, il 25 marzo si recava in festoso pellegrinaggio alla Basilica della Santissima Annunziata per venerare la miracolosa immagine in affresco dell’Annunciazione (ignoto toscano; XIV secolo), il cui sacro volto della Vergine, secondo una antica leggenda, è ritenuto dipinto dagli angeli.
E' probabile che tanta affluenza di popolo abbia dato origine alla tradizionale "fiera" che si svolge tuttora nella piazza antistante la chiesa, proprio per l’esigenza di fornire viveri e bevande a quella massa di gente giunta devotamente al santuario per festeggiare religiosamente il capodanno e per invocare o ringraziare la Vergine. Difatti, oltre alle bancarelle e alle gerle ricolme di tipici prodotti alimentari, erano venduti anche fiori, candele ed oggetti ex voto da offrire alla Madonna per grazia ricevuta o per adempiere ad una promessa.
Nella stessa basilica, a conclusione delle celebrazioni del capodanno, per la gioia di "un gran numero di persone venute da lontano", i padri Serviti, la Signoria e, in seguito, i Granduchi facevano eseguire "bellissime musiche con gli organi".
Con la cosiddetta riforma gregoriana del calendario solare, bandita da Papa Gregorio XIII nel 1582, per l’imprescindibile necessità religiosa e civile di dividere il tempo in eguali periodi, si stabilì che l’anno dovesse incominciare universalmente il primo gennaio. Tale riforma fu decisa col consiglio di una commissione di astronomi e teologi, secondo un piano elaborato da Luigi Lilio e basato sullo studio dei corpi celesti.
La riforma, che presentava evidenti vantaggi ai popoli della terra, fu preceduta da una importantissima azione svolta da Giovanni de’ Medici quando, nel 1513, divenne Papa col nome di Leone X. Questo Papa fiorentino, la cui politica fu soprattutto di equilibrio e di avvicinamento con le potenze europee, costituì una commissione di esperti per studiare un calendario universale che mettesse ordine nello svolgimento della vita civile dei vari popoli. L’intento era di eliminare la confusione di date e di tempi che portava sfasamento anche ai fini amministrativi e commerciali. Pertanto inviò in data 8 luglio 1516 a tutti i capi di Stato un suo ‘breve’ con la sintesi della questione, invitando a darne divulgazione, cosa a cui provvidero tutti i Paesi, in particolare modo quelli cattolici. Anche Firenze accompagnò con un bando l’esposizione della lettera ufficiale di Papa Leone X, facendola affiggere ai più importanti canti della città, nei vicariati, nelle capitanerie, podesterie e castellanie. L’invito del pontefice ebbe eco e risonanza in tutto il mondo e fu certamente il preludio della definitiva attuazione del successivo noto calendario gregoriano, adottato quasi ovunque, come già detto, a partire dal 1582.
Seppure tanti contributi scientifici erano partiti da Firenze, da menti come quelle del frate eremitano del Convento di San Gallo Antonio Dolciati, di Raggio, del frate domenicano Giovanni Tolosani, del matematico Basilio Lapi e dell’insigne Antonio Albizzi, la città continuò a seguire il tradizionale calendario con lo "stile fiorentino" e non quello attuato dall’importante riforma che offriva vantaggi di rapporti nel mondo. Così facendo il capodanno a Firenze continuò con caparbia tradizione ad essere celebrato il 25 marzo, rinviandolo di quasi tre mesi rispetto a quello oramai divenuto mondiale.
I fiorentini si dovevano sempre e comunque distinguere, e soltanto dopo 168 anni si adeguarono al computo dell’anno secondo il calendario gregoriano grazie al decreto del Granduca Francesco Il di Lorena, datato 20 novembre 1749, che imponeva per gli usi commerciali e nelle scritture pubbliche, dal primo gennaio 1750, il rispetto della nuova scansione temporale. L’avvenimento fu considerato così eccezionale e rivoluzionario nella tranquilla Firenze di quel tempo, che amava ovattarsi nelle abitudini assimilate quotidianamente, che ad immortalarlo fu posta una iscrizione marmorea, dettata da Giovanni Lami, sotto le Logge de’ Lanzi in piazza della Signoria, dov’è tuttora visibile.
Ma ancora oggi nella ricorrenza annuale del 25 marzo, festa dell’Annunciazione, il Santuario della Santissima Annunziata, non solo famoso per la sua storia e per i suoi gioielli d’arte, è molto frequentato dai fiorentini (anche se non è più il giorno del loro capodanno), con un continuo pellegrinaggio alla cappella della sacra effige dell’Annunziata.
Nella bella piazza, una delle più eleganti del XV secolo, progettata da Filippo Brunelleschi, la oramai consueta fiera con le solite bancarelle colme di ninnoli, cartocci di brigidini, noccioline ed altre leccornie, seppure non più legata alla festività del primo giorno dell’anno, vede la folla ugualmente permeata dalla devozione mariana e dal brio legato al ritorno della primavera.
La festa del 25 marzo in Firenze, per molti secoli, ha intrecciato motivazioni religiose e laiche insieme. Se unitamente alle funzioni religiose, da sempre, il momento laico delle celebrazioni si esprime attraverso la fiera in piazza, a partire dall’anno 2000 l’Amministrazione Comunale di Firenze ha scelto di rendere omaggio ufficialmente alla festa, così come la Repubblica e il Granducato solevano fare. L’antico capodanno fiorentino viene ricordato con un corteo storico che si sviluppa nel percorso da Palazzo Vecchio alla Basilica della Santissima Annunziata per far rinverdire nei fiorentini un significativo momento di aggregazione, con forti radici storiche, e per valorizzare la ricca memoria di Firenze, patrimonio di tutti.

sabato 26 marzo 2011

La Cattedrale di Santa Maria del Fiore e un orologio solare unico al mondo.

Nel 1467 l'astronomo Paolo dal Pozzo Toscanelli, costruisce in Santa Maria del Fiore a Firenze un orologio solare costituito dalla sola linea meridiana, praticando un foro gnomonico nella cupola a 86 metri dal suolo; è la meridiana a camera oscura più grande del mondo.




Testimonianze astronomiche in Toscana: il grande gnomone della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze


Piero RanfagniOsservatorio di Arcetri

Alberto RighiniUniversita` degli Studi, Dipartimento di

Astronomia e Scienze dello Spazio



Il Duomo di Firenze ospita, fin dalla sua costruzione, un grande strumento astronomico, uno gnomone che, con i suoi 90 metri di altezza, e' il piu' grande del suo genere e che, con alterne vicende, e' stato utilizzato in programmi scientifici per oltre 300 anni.

Uno gnomone, e' un palo, una colonna, un obelisco la cui ombra permette di misurare la posizione del Sole in cielo. Lo gnomone, nella sua semplicita' tecnologica, e' sicuramente lo strumento astronomico piu' antico e diffuso; con esso si poterono ben presto studiare i due moti apparenti del Sole, quello diurno e quello annuo, dovuti rispettivamente ai moti reali di rotazione e rivoluzione della Terra.

Fu ben presto chiaro che l'accuratezza della misura poteva essere aumentata usando pali sempre piu' alti, cioe' aumentando l'altezza dello gnomone. Poiche' il Sole e' una sorgente estesa che sottende un angolo di circa 1/2 grado in cielo, l'ombra del vertice dello gnomone non e' nitida, ma sfuma in una penombra mal definita.

Purtroppo il contrasto tra ombra, penonmbra e superficie illuminata diminuisce rapidamente con l'aumentare dell'altezza dello gnomone e pone un serio limite all'accuratezza che, per questa via, si puo' ottenere. Il modo piu' efficace per aumentare il contrasto e' di sostituire l'ombra con la luce e cioe' di usare un foro gnomonico al posto del palo, come e' stato fatto in S. Maria del Fiore e negli altri gnomoni rinascimentali. Se il diametro del foro e' all'incirca 1/1000 dell'altezza dello gnomone si ottiene sul pavimento un'immagine abbastanza nitida del Sole, (immagine stenopeica) molto piu' luminosa della superficie circostante, ma circondata, anche in questo caso, da un alone soffuso di penombra. L'immagine stenopeica, cosi' come il vertice dell'ombra del palo si muovono continuamente da Ovest verso Est a causa del moto apparente diurno del Sole ed a questo movimento regolare si sovrappone un tremolio, sempre presente, dovuto alla turbolenza atmosferica, innescata dalle differenze di temperatura nell'aria a varie altezze, fuori e dentro l'edificio. Non c'e' modo di aumentare ulteriormente nitidezza e contrasto o di eliminare il tremolio dell'immagine se non abbandonando la semplicita' tecnologica della gnomonica e passando al telescopio. Solo nel 1700 i telescopi divengono competitivi con gli strumenti della gnomonica e si chiude allora una pagina gloriosa, iniziata qualche millennio prima; l'ultimo gnomone ad andare in pensione, scientificamente parlando, pare essere prorio quello fiorentino.

venerdì 25 marzo 2011

Il 25 marzo Firenze celebra il Capodanno Fiorentino. Dal Medioevo fino al 1750 il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa ricorda l’annuncio dell’Incarnazione ricevuto dalla Vergine Maria, fu assunto come inizio del calendario civile di Firenze. La festa del Capodanno che coinvolgeva tutti gli aspetti non solo religiosi, ma anche civili della città, aveva il suo fulcro nella basilica della Santissima Annunziata, dove i fiorentini e le genti del contado si recavano in pellegrinaggio alla più nota effige cittadina dell’Annunziata.

Per questa giornata l’ufficio tradizioni popolari fiorentine, organizza delle visite guidate (su prenotazione allo 055-2616056, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12) per un massimo di 30 persone a gruppo, a cura dell’Associazione Centro Guide Turismo. Il primo itinerario prevede Loggia dei Lanzi, Orsanmichele, piazza della Repubblica, Santa Maria Novella, Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Il punto di ritrovo e di formazione dei gruppi (ore 9.30 e 15.30) è fissato alla Loggia dei Lanzi lato Ratto delle Sabine, in piazza della Signoria. Il secondo Loggia dei Lanzi, via dei Cerchi-antica unità di “Misura Fiorentina”, Cattedrale Santa Maria del Fiore visione dello “gnomone” e dell’antico orologio nella controfacciata, piazza SS. Annunziata, con ritrovo e formazione dei gruppi (ore 9 e 15) alla Loggia dei Lanzi lato Ratto delle Sabine, in piazza della Signoria.
Il programma della giornata prevede anche il Corteo della Repubblica Fiorentina accompagnato da alcuni rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, partirà alle 15,45 da piazzetta di Parte Guelfa e percorrendo le vie cittadine (via Porta Rossa, via Calimala, piazza della Repubblica, via degli Speziali, via Calzaiuoli, piazza Duomo, via dei Servi) raggiungerà piazza della Santissima Annunziata alle 16,30 per un omaggio floreale alla Cappella della Sacra Effige dell’Annunziata.

giovedì 24 marzo 2011

Offerta di Primavera a Casale Fontibucci Firenze Italia

Dal 1 Aprile al 21 Maggio



WEEK END DI PRIMAVERA

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martedì 15 marzo 2011

domenica 30 gennaio 2011

La Cucina Fiorentina

CONNUBIO TRA IL PREMIO "TARLATI" E IL "CATERINA DE' MEDICI": I PREMI DEGLI CHEF

Caterina de' Medici, andatò sposa ad Enrico d'Orleans ed insegnò ai cuochi della corte di Francia la cucina toscana. A lei è dedicato l'ambitissimo premio enogastronomico “Caterina de' Medici” che ogni due anni conferisce riconoscimenti per la creatività e la competenza a professionisti italiani e stranieri, quasi un Nobel della cultura gastronomica, già insignito della Medaglia della Presidenza della Repubblica Italiana.
.Il 2011 segna la sua XVII edizione.



Premio “Guido Tarlati

Nel 1991, ideato dal consiglio direttivo del momento, viene istituito il Premio Guido Tarlati. Il nome del premio e’ ispirato all’omonimo vescovo aretino vissuto alla fine del 1300 che ha lasciato in eredita' ai cuochi aretini numerose ricette, fra cui la famosa "Zuppa di Pollo del Tarlati”. Questa ricetta e' oggi contesa tra Aretini e Francesi, perchè sembra abbia dato origine alla più famosa in tutto il mondo "Zuppa di pollo Francese". Lo scopo del premio è quello di rendere omaggio a personaggi del mondo dell’enogastronomia che abbiano contribuito a promuovere la cucina tipica della nostra terra, in Italia e nel mondo. Sia esso giornalista, scrittore, conduttore televisivo, personaggio politico e delle istituzioni, cuoco, con meriti riconoscibili. Le celebrazioni del premio vengono organizzate ogni anno, alla fine di Gennaio. Da molti anni e’ il momento più solenne dell’associazione cuochi Arezzo. E’ il momento che unisce tutte le berrette bianche e che porta ad Arezzo i vertice della federazione nazionale. In tale occasione vengono consegnati i collegium cocorum provinciali e altri riconoscimenti a cuochi benemeriti.


Caterina de' Medici : Florentine cuisine at the court of Enrico IV



Florentine cuisine left the city borders in 1533, when Caterina de' Medici married the King of France, Enrico di Valois. Caterina was only 14 years old at the time, but she was already a great food lover and wanted to bring her own chefs and bakers to France with her. With the arrival of the new queen, France discovered the aromas and tastes of authentic Florentine cuisine, which was served in the local courts. The local recipes that were taken to France include the “salsa colla”, today known as bechame sauce, onion soup, and ‘tongue in sweet bread’