martedì 30 novembre 2010

Le origini fiorentine di Lady Chatterley

Le origini fiorentine di Lady Chatterley


A Scandicci D.H. Lawrence scrisse la prima versione del suo celebre romanzo

Bisogna prendere il tram in direzione di Scandicci e, scesi all’ultima fermata al Ponte Vingone, proseguire a piedi, oltrepassare la casa “a pagoda” e poi girare a sinistra per San Polo a un incrocio dove si trovano due cipressi. La strada si fa in discesa e già si può scorgere, sulla collina opposta, Villa Mirenda". Così David Herbert Lawrence descrive il tragitto che porta a quella che fu la sua residenza “fiorentina” da maggio a luglio del 1926, e dove, seduto all’aperto appoggiato al tronco contorto di un olivo, scrisse la prima versione di quello che sarebbe diventato il suo romanzo L’amante di Lady Chatterley.
La famiglia Lawrence aveva trovato questa sistemazione grazie ad amici inglesi residenti a Firenze e la prese in affitto al prezzo di 3000 lire per quattro mesi. Un luogo appartato, un isolamento cercato da D.H. Lawrence, che racconta nelle sue lettere all’editore di aver perso l’interesse per la scrittura. Eppure è proprio in questo periodo che, nel giro di un mese, Lawrence completa la prima stesura de L’amante di Lady Chatterley, iniziando subito dopo la seconda (che terminerà nel marzo 1927). La terza versione, quella definitiva, vede la luce fra il dicembre 1927 e il gennaio 1928.
Intanto, dall’Inghilterra e dall’America i suoi editori avevano già rifiutato la pubblicazione: il romanzo era troppo osceno. Ancora una volta, Lawrence trovò “rifugio” a Firenze: il suo amico Pino Orioli, libraio fiorentino, lo mise in contatto con una piccola tipografia locale, La Giuntina, che accettò di stampare il romanzo, pur sapendo che sarebbe stato proibito («Oh, ma sono cose che noi facciamo tutti i giorni!», avrebbe commentato lo stampatore alla descrizione dei contenuti del libro). Nel giugno 1928 furono pronte le prime copie e Orioli si incaricò di spedirle ai librai inglesi e americani che le richiedevano per venderle sottobanco.

La storia del romanzo, fra censure, tagli, versioni clandestine, è un romanzo a sé: basti pensare che la prima versione completa de L’amante di Lady Chatterley potè essere pubblicata e circolare liberamente in Inghilterra

lunedì 29 novembre 2010

Il teschio di diamanti in mostra a Palazzo Vecchio a Firenze


Da venerdì scorso, 26 novembre, fino al primo maggio Palazzo Vecchio a Firenze ospiterà il teschio tempestato di diamanti dell'artista inglese Damien Hirst, titolo 'For the Love of God'. Si tratta di un'opera assai discussa, divenuta un vero oggetto di culto contemporaneo, dal valore di 100 milioni di euro. 'For the Love of God' è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di 8.601 diamanti per 1.106,18 carati.

Dopo essere stata esposta a Londra, al White Cube, nel 2007 e ad Amsterdam, al Rijksmuseum, nel 2008, l'opera del più quotato artista vivente è giunta ora in Italia ed è esposta a Firenze. I visitatori che fino al primo maggio 2011 si recheranno a Palazzo Vecchio potranno ammirare l'opera nella Camera del Duca Cosimo I.
Sulla fronte del teschio 'For the Love of God' è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia anche noto come 'la stella del teschio'. I denti sono stati ricavati da un cranio vero risalente al Settecento, acquistato dall'artista a Londra.
Foto: ansa.it
da Excite
Il Teschio di Diamanti