giovedì 31 gennaio 2013

FRANCESCO GRANACCI ED IL SUO TERRITORIO : VILLAMAGNA

Pieve di San Donnino a Villamagna

La chiesa sorge al centro del vasto complesso plebano di Villamagna e consiste in una piccola basilica a tre navate conclusa con abside circolare e dotata di torre campanaria. La struttura della chiesa è databile all'XI secolo. Presenta un paramento murario esterno in bozze di calcare alberese disposte a filaretto con abbondanti letti di posa, ora stuccati a cemento.
La facciata a salienti mostra all'esterno la divisione spaziale dell'interno. Al culmine è coronata da una cornice in cotto che la unisca al complesso della canonica posto a meridione. Al centro si apre il portale che come l'occhio sovrastante è frutto del restauro novecentesco. Le fiancate sono entrambe nascoste dagli edifici adiacenti ma il claristorio è visibile ed è aperto da una serie di monofore.
La tribuna, molto bella, è caratterizzata dal volume dell'abside nella cui superficie si apre una finestra, forse in sostituzione di una monofora, inquadrata da due lesene che fanno da sostegno ad una cornice composta da arcatelle pensili in calcare. Tra il volume dell'abside e il culmine del tetto si apriva un tempo una monofora a doppio strombo, oggi tamponata.
Sulla destra si trova il campanile a torre. Presenta una pianta quadrata ed è suddiviso in sei piani, l'ultimo dei quali realizzato dopo la seconda guerra mondiale. Nel fusto della torre ci sono poche aperture ma bella è la monofora con ghiera bicroma; i piani superiori sono aperti da ampie bifore divise da colonnine in marmo e profondi pulvini.

L'interno, a tre navate spartite da sei archeggiature a tutto sesto poggianti su pilastri quadrilateri, è abbastanza spoglio ma misurato nei rapporti
La quarta e quinta campata di destra sono decorate da affreschi quattrocenteschi. Al posto dell'ultima campate di destra si trova la base del campanile al quale si accede attraverso un portale con archivolto e ghiera in pietra e cotto alternati.
È ricchissima di opere d'arte. Nella navata destra si trova una tavola con riprodotta la Madonna col Bambino in Trono e due Santi opera di un ignoto pittore fiorentino dei primi del XVI secolo, una tela del tardo XVII secolo raffigurante San Domenico e Santa Caterina in adorazione e un bassorilievo con la Madonna col Bambino, opera di Lazzaro Cavalcanti detto il Buggiano. A Metà della navata si trova il trittico di Mariotto di Nardo del 1394. Nella testata della navata di destra si trovano un organo opera della ditta Agati e alcuni affreschi attribuiti al Maestro di Signa: tali affreschi raffigurano un piccolo ciclo in cui sono riconoscibili tracce della Crocifissione con la Maddalena e San Donnino e un paliotto monocromo con raffigurata la Madonna e Santi.
Nel presbiterio, sotto l'altare maggiore si trova l'arca contenente il corpo del beato Gherardo da Villamagna mente sopra l'altare maggiore si trova un Crocifisso processionario.
Nella testata della navata sinistra si trova la tela raffigurante la Madonna con il Bambino, San Donnino e San Gherardo opera di Francesco Granacci. Alla metà circa della navata, sopra un altare, collocata dentro una cornice rinascimentale si trova la Madonna in trono con il Bambino e i santi Giovanni Battista, Nicola, Donnino e Sebastiano opera di David Ghirlandaio. Lo stesso altare è affrescato dal Maestro di Signa con scene raffiguranti il Presepe, Cristo in Pietà e Dio Padre e gli Evangelisti.



Sopra il fonte battesimale si trova una tavola con raffigurati San Giovanni Battista e Sant'Antonio Abate e San Francesco che riceve le stimmate, opera della metà del XIV secolo attribuita a Jacopo di Cione.

martedì 22 gennaio 2013

Francesco Granacci ed il suo territorio: Villamagna




ORATORIO DEL BEATO GHERARDO.
L'edificio sorge a monte di Villamagna, nel luogo dove Gherardo di Villamagna si sarebbe ritirato a condurre vita eremitica. Secondo l'agiografia del santo, dopo essersi fatto eremita gerosolimitano, Gherardo avrebbe costruito lui stesso un oratorio dedicato a San Giovanni in Jerusalem dove nel marzo del 1277 venne sepolto; per edificarlo sarebbe stato aiutato dai commendatari della chiesa di San Jacopo in Campo.

Alla data 13 novembre 1313 l'edificio doveva già essere stato edificato ed era pure circondato da altre case visto che lo stesso giorno Aldobrandino Cavalcanti si impegnò a costruire a sue spese una casa e uno spedale per il prete. Aldobrandino mantenne la promessa e il 10 giugno 1319 risulta che la chiesa era guidata dal rettore Giovanni Tuti.

Nella zona il culto di San Gherardo si fece intenso ed era sostenuto dalla famiglia Bardi, proprietari di numerose terre nella zona. L'oratorio venne arricchito di opere d'arte tra cui un tabernacolo scolpito a bassorilievo, da un sarcofago in pietra sorretto da colonnine con capitelli scolpiti a foglie d'acqua e da un affresco raffigurante la Crocifissione. Nel 1460 per volontà del pievano di Villamagna, Jacopo di Matteo da Rondinaia, l'oratorio venne arricchito con la completa affrescatura delle pareti con le Storie del Beato Gherardo.

Nel XVII secolo venne restaurato e adeguato allo stile barocco del tempo. Ma in seguito iniziò la sua decadenza tanto che il 29 aprile 1723 venne giudicato in completa rovina; il degrado non si arrestò neanche in seguito quando il 7 luglio 1786 fu eretto in cappella e nel 1790 venne profanato e venduto a privati

Stante l'abbandono dell'edificio l'11 marzo 1836 il corpo del santo venne traslato nella pieve di Villamagna. Nel 1840, la proprietaria dell'edificio, la signora Kindt, pur contro la volontà del pievano, restaurò a sue spese la chiesa ma solo nel 1876 il corpo di San Gherardo venne ricollocato nell'arca sepolcrale. Tra il 1891 e il 1893 la chiesa fu restaurata nuovamente per riportarla allo uno stile romanico. I lavori portarono a stonacare le pareti e gli affreschi furono riportati alla luce. Ma il degrado dell'edificio continuò anche durante il XX secolo. Nel 1979 il corpo del santo è stato riportato nella pieve di Villamagna e ancora oggi l'oratorio ha solo la funzione di cappella per il cimitero contiguo.



lunedì 21 gennaio 2013

Francesco Granacci ed il suo territorio:Villamagna

Il Beato Gherardo Mecacci da Villamagna  è stato un religioso italiano del terz'ordine francescano.
Cavalier Servente del Sovrano Militare Ordine Gerosolomitano.
Venne soprannominato il santo con gli zoccoli data la sua origine contadina







Nacque da una famiglia contadina delle campagne di Villamagna nel 1175 circa e morì nel 1245.
Rimasto presto orfano, venne affidato ai Foschi, Signori di Villamagna.
Nel 1195 partecipò alla liberazione della città di Gerusalemme come scudiero di un cavaliere dell'Ordine di San Giovanni e fu fatto prigioniero dai Turchi.
Dopo la sua liberazione visitò i Luoghi Santi e poi tornò a Firenze, dove si ritirò in preghiera e meditazione in un romitorio presso Villamagna.
In seguito si imbarcò per la Siria e fu assalito dai pirati; tornò in Palestina per dedicarsi alla preghiera e all'assistenza degli ammalati. Rimase in questa terra per un periodo di sette anni, durante i quali si guadagnò la venerazione popolare poi tornò in Italia, dove conobbe Francesco d'Assisi che lo accolse come Terziario.
Nella località l' Incontro,il Beato costruì un oratorio dedicato alla Madonna. Questo oratorio divenne poi chiesa, alla quale, nel 1700, fu annesso il convento fondato da San Leonardo da Porto Maurizio
La fama di santità e la voce di prodigi da lui operati si divulgò subito dopo la sua morte: in particolare gli si riconobbe il potere di intervenire per liberare le campagne da fenomeni atmosferici dannosi, quali la grandine, la siccità e le piogge eccessive: tutti fenomeni che,danneggiando il raccolto,mettono a rischio la sopravvivenza dei contadini.
Tra tutti i miracoli a Lui attribuiti, fu quello delle ciliegie maturate in pieno inverno ad accendere la già grande devozione verso questo Santo uomo.
L'iconografia ufficiale,in ricordo di questo prodigio, rappresenta Il Beato Gherardo con un ramoscello di ciliegie ai piedi.
La fama di Fra Gherardo come frate che compiva miracoli si estese oltre la natia Villamagna,nel resto della Toscana.
La tradizione popolare ci dice inoltre che, fino al Settecento, ogni tre anni, si teneva a Villamagna la processione con le reliquie del Beato Gherardo, durante la quale si distribuivano le ciligie benedette.

Il corpo del Beato Gherardo si trova nella Pieve di Villamagna.

domenica 20 gennaio 2013

Francesco Granacci ed il suo territorio:Villamagna

Madonna con Bambino fra San Donnino ed il Beato Gherardo
Non ho trovato foto a colori di questa pala:peccato!
Vi invito allora a fare una bella passeggiata sino a Villamagna per ammirare dal vivo il quadro.

 
La Pieve è aperta la domenica mattina.

sabato 19 gennaio 2013

Francesco Granacci e il suo territorio:Villamagna.



Francesco Granacci 
(Villamagna,Bagno a Ripoli, 1469 - Firenze 1543).


Figlio di Andrea di Marco e di una Lisabetta di cui si ignora il casato, nacque nel 1469 a Villamagna di Bagno a Ripoli, presso Firenze, in un podere di proprietà del padre. Secondogenito di tre figli maschi, visse sempre a Firenze dove abitò in via Ghibellina nella parrocchia di S. Ambrogio. Il padre, materassaio e rigattiere, proprietario anche della casa fiorentina, lo lasciò erede parziale dei suoi beni: dovette perciò vivere in una situazione di relativa agiatezza, echeggiata nella affermazione del Vasari: "faceva l'arte più per passar tempo che per bisogno".

Il Granacci fu amico del più giovane Michelangelo fin dalla sua fanciullezza.
Entrò nella bottega del Ghirlandaio probabilmente intorno al 1484-86, e due anni più tardi vi introdusse anche l’amico Michelangelo .
Sempre assieme al Buonarroti, iniziò a frequentare il "giardino di S. Marco", sede della famosa raccolta di statuaria antica di Lorenzo il Magnifico, nella omonima piazza fiorentina, frequentato tra gli altri artisti anche da Lorenzo di Credi, Giuliano Bugiardini, Andrea Sansovino.
Partecipò alla commissione convocata da Michelangelo per decidere la collocazione del David nella piazza della Signoria; tale commissione comprendeva circa trenta artisti tra i più affermati a Firenze e l'inserimento del G. conferma lo status da lui raggiunto in quegli anni e il perdurare della stima di Michelangelo.

Fu uno tra i cinque artisti chiamati a Roma da Michelangelo in qualità di aiuti nella realizzazione della Cappella Sistina nella primavera del 1508. Il G. svolse un ruolo quasi di capomastro fiduciario e fu senza dubbio a Roma nel maggio e nel giugno di quell'anno, come documenta l'epistolario michelangiolesco (Barocchi - Ristori). L'entità della sua partecipazione degli aiuti ai lavori della volta Sistina e la durata effettiva sono ancora molto discusse.

Il Granacci ha svolto un ruolo non marginale nel passaggio tra Quattrocento e Cinquecento.
La sua sua adesione ai moduli manieristi sarebbe confermata anche dalla sua vicinanza in questi anni alle opere del cosidetto Rosso Fiorentino, Giovanni Battista di Iacopo, testimoniata per esempio da un disegno di Madonna con Bambino (Firenze, Uffizi) attribuito al Granacci.

Non è stata ancora ricostruita l'ultima fase della sua attività artistica , poiché mancano indicazioni documentarie e su questa parte anche la fonte vasariana è carente.
Il Granacci morì a Firenze nel 1543 e venne sepolto il 12 dicembre nella chiesa di S. Ambrogio, secondo le sue disposizioni testamentarie.

giovedì 17 gennaio 2013

Il ceppo di Natale

Il ceppo di Natale

All’inizio degli anni 50 , le famiglie passavano la serata dopo aver mangiato a chiacchierare attorno al tavolo Mentre si parlava,si svolgevano anche piccoli lavori come sbucciare le verdure,preparare la frutta per le marmellate..cui partecipavano anche i bambini: la televisione non c’era ancora

La vigilia di Natale,la mia mamma coinvolgeva noi 3 bambini a sbucciare le castagne bollite che a Firenze si chiamano ballotte.

 
 
 
E’ un lavoro lungo e di pazienza ma imprescindibile per avere la materia prima con cui fare il dolce di Natale :il purè di castagne.
 
 
 
 

mercoledì 16 gennaio 2013

Chi si ricorda di Petronilla?

.....certo,bisogna avere "qualche" anno,come me,per ricordarsi di Petronilla!
E' lo pseudonimo di Amalia Moretti che teneva la rubrica "Tra i fornelli"della Domenica del Corriere.
Petronilla ha guidato le famiglie delle italiane nel saggio risparmio e sano utilizzo del cibo quando non si sapeva neppure cosa fosse il consumismo.
Mia madre,come mia nonna prima di lei, aveva l'abitudine di ritagliare le ricette dal giornale per incollarle su di un quaderno dedicato alla cucina,accompagnandole con commenti e variazioni.
Ho ritrovato quel quaderno,e riletto le ricette....con commozione.


 
Amalia Moretti (Mantova, 1872Milano, 1947) è stata una giornalista e medico italiana.
Una delle prime laureate in medicina in Italia, è nota anche per aver curato per anni le rubriche "La parola del medico" e "Tra i fornelli", de La Domenica del Corriere, sotto gli pseudonimi dott. Amal e Petronilla, rispettivamente.
Le sue ricette sono state raccolte nei libri
  • Petronilla, Ricette
  • Petronilla, Altre ricette
  • Petronilla, Ancora ricette
  • Petronilla, Ricette per questi tempi
  • Petronilla, 200 suggerimenti per questi tempi
  • Petronilla, Desinaretti per questi tempi
e nei quaderni della Collana di perline della Petronilla, per la casa editrice Sonzogno di Milano
 
 
 
 

domenica 6 gennaio 2013

Epifania a Firenze

 
 
 
Firenze Domenica 6 Gennaio 2013 dalle ore 14 alle 18 davanti alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, il tradizionale appuntamento con la Cavalcata dei Magi. La Cavalcata, costituita da un corteo di figuranti e dai Magi, parte da piazza Pitti, e dopo aver attraversato il Ponte Vecchio, arriva a piazza della Signoria, unendosi ai Bandierai fiorentini. Il corteo prosegue per via Calzaiuoli fino per raggiungere piazza del Duomo, dove i Magi presentano le offerte a Gesù Bambino nel Presepe vivente allestito sul sagrato di S. Maria del Fiore. Nel 1997, in occasione delle celebrazioni per il settimo centenario dalla posa della prima pietra della Cattedrale di Firenze, l’Opera di S. Maria del Fiore ha ripreso un’antica tradizione fiorentina legata al giorno dell’Epifania: la festa dei Magi.



The Italian equivalent of Santa Claus, the Befana, arrives with candy for kids on January 6. A parade in the centre of Florence, from piazza Pitti to the Duomo, will feature the three Wise Men on horseback and the city's flag throwers.
Per ulteriori informazioni vedi:
http://eventi.comune.fi.it/evento.html?cod_evento=4044&from=index